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GIANMARCO CROVETTO
Genova, 1957

Si iscrive all'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova, ma l'abbandona quasi subito: "La pittura non si può imparare o insegnare; bisogna praticarla e sentirla", dice. Si forma frequentando i musei e le gallerie, visitando le mostre, sfogliando le grandi tavole dei libri illustrati. Dal 1996 al 1999 lavora in Provenza; un'esperienza decisiva nella sua crescita artistica. Espone più volte in Italia, tre a Parigi (1995, 1996, 1997), due a Eze (1997, 1998), una ad Avignone (1997).

La pittura di Gian Marco Crovetto è fatta di puro colore. È un colore prepotente e violento che si sostituisce al disegno nel dar forma ai volumi. Che si impregna di sole e di luna per sostituirsi alla luce perché diventa luce esso stesso. Che stravolge le prospettive per creare nuove profondità, emotive e mentali. È un colore che trasforma la materia pittorica in materia dell'anima, registrandone ogni pulsione, ogni vibrazione, ogni minima intermittenza. Soggetto prediletto è il paesaggio, riplasmato da una pennellata impetuosa e densa e da un cromatismo - appunto - esplosivo, che arriva ai sensi con una forza quasi sonora, con una veemenza dionisiaca, segno dell'eterna, sublime giovinezza della pittura.

SCHEDA BIOGRAFICO-CRITICA A CURA DI BEBA MARSANO

 
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